
PENSIERI APERITIVI
PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA POSTURA, IL CORAGGIO DI GAIA ​​
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Esperienza personale di insegnamento al Liceo Scientifico A. Volta di Milano (Anno scolastico 1999/2000)
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Prof.ssa Stefania Melica
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Gaia, la chiameremo così, è stata adottata all’età di 6 mesi, è portatrice di scoliosi grave diagnosticata e curata da molti anni che la costringe ad indossare corsetti ortopedici giorno e notte. Ha difficoltà visive (tendenza allo strabismo) ed è affetta da importanti problemi alle ginocchia e alle caviglie che ne compromettono la deambulazione provocandole grossi impedimenti a correre. E’ seguita costantemente da specialisti e si sottopone a vari tipi di terapie quasi quotidianamente (ippoterapia, idroterapia, fisioterapia..) Al momento dell’iscrizione al liceo, la famiglia inoltra la richiesta di esonero dalle lezioni di educazione fisica. La richiesta mi perviene ancora prima dell’effettivo inizio delle lezioni e il caso vuole, che non possedendo ancora il registro personale, mi dimentichi di annotarla.
L’attività didattica inizia regolarmente e Gaia (che frequenta il primo anno di liceo), si presenta in palestra e come tutte le sue compagne partecipa alle lezioni. Mi accorgo subito delle sue difficoltà motorie ma decido di non chiederle nulla, preferisco occuparmi a creare un clima relazionale positivo nel gruppo classe (proponendo attività con la dovuta cautela) e di rimandare i chiarimenti ad un prossimo futuro. Il gruppo si caratterizza subito per interesse, disponibilità alle proposte e per una forte motivazione; quindi decido di impostare un progetto di lavoro innovativo con particolare attenzione nel proporre attività adeguate alle difficoltà mostrate da Gaia. Utilizzo esperienze motorie diversificate, divertenti e motivanti, accompagnate da momenti dedicati alla consapevolezza di sé e alla condivisione di gruppo. Dopo qualche lezione Gaia chiede di parlarmi: mi racconta di essere sempre stata esonerata dalle lezioni di educazione fisica, di essere costretta ad indossare il corsetto ortopedico per gran parte della giornata e della notte, ma di volere a qualunque costo partecipare alle lezioni di educazione fisica nonostante i genitori abbiano inoltrato da tempo la richiesta di esonero dalle attività motorie.
Prendo atto della cosa e decido di parlare con la famiglia la quale messa al corrente della richiesta di Gaia, si dimostra comprensiva e, decisa nel volere il suo bene, ritira l’esonero e mi mette in contatto con i suoi terapisti con i quali da quel momento mi confronto costantemente. Per Gaia inizia un percorso in ascesa continua: migliora ad ogni lezione, acquisisce disponibilità motoria, controllo posturale, capacità nuove e spesso mi sorprende per i risultati che raggiunge spinta da una forte tenacia e determinata a non rassegnarsi. E’ contenta, serena e molto coinvolta nel gruppo-classe. Sul piano scolastico, però le cose non vanno altrettanto bene: lei stessa ed i genitori (che spesso vengono a colloquio da me), riferiscono di grosse difficoltà in alcune materie; Gaia è felice durante le mie ore, non altrettanto in classe e a casa è costretta a dedicare molto tempo alle terapie, tempo che ovviamente viene sottratto allo studio.
Intanto il mio programma prosegue: si spazia dallo sport educativo alle esperienze di espressività corporea con musica, dalla comunicazione attraverso linguaggi non verbali, alle esperienze di conduzione di gruppo e tanto altro. Sono convinta che questo percorso faccia bene a Gaia, non solo al suo corpo ma a tutta lei stessa, oltre naturalmente alle sue compagne. Gaia si mostra sicura, disponibile all’ascolto, motivatrice per la classe e a poco a poco prende coscienza del potenziale leaderistico che possiede e che non aveva mai potuto sperimentare.
Sono talmente stupita dai suoi progressi che decido di parlarne con i miei colleghi del consiglio di classe; con mia grande sorpresa questo fatto determina un cambiamento nel loro atteggiamento verso di lei: nessun pietismo fortunatamente, ma una modalità di rapportarsi più globale e più propensa a considerarla una persona, uguale e forse migliore delle altre. Questo cambio di atteggiamento nei suoi confronti la fa sentire meglio in classe e verso l’apprendimento… migliora il suo rendimento scolastico al punto che l’anno scolastico si conclude felicemente per lei.
Grazie a questo percorso, Gaia ha cominciato a stare sempre meglio. Ho avuto il privilegio di averla come alunna per tutto il corso del liceo e di vedere con i miei occhi i suoi meravigliosi progressi. Negli anni successivi, ha sospeso alcune delle terapie alle quali si sottoponeva quotidianamente e, cosa quasi incredibile, non ha mai più dovuto indossare il corsetto ortopedico perché la sua scoliosi non è mai peggiorata.
Ma il fatto più sorprendente è che questa ragazza, che non avrebbe mai dovuto partecipare alle lezioni di educazione fisica, grazie alla determinazione che ha dimostrato e alla sensibilità che ha trovato in me, è diventata indispensabile al gruppo e ha potuto esprimersi scoprendo chi era. Gaia ha avuto il coraggio di uscire dallo stato psico-fisico negativo che la bloccava nella sua scoliosi e di realizzare gli aspetti più belli di sé mettendoli a disposizione degli altri. Se Gaia quel giorno non mi avesse parlato e io non avessi percepito il messaggio che inconsapevolmente mi stava rivolgendo, questo percorso di “rinascita” insieme non sarebbe mai iniziato e forse oggi si troverebbe ancora chiusa in un corsetto ortopedico che le impedirebbe di aprirsi alla vita! Oggi Gaia è una donna realizzata, leader di se stessa; è un’attrice affermata che scrive, dirige ed è protagonista dei suoi spettacoli teatrali!!
Questo percorso non è stato miracoloso: a distanza di molti anni, grazie agli studi, alle ricerche e alle scoperte della fisica quantistica, possiamo affermare essere stato un naturale processo esistenziale che ha sollecitato l’aspetto olistico della persona spiegabile con le leggi fondanti della fisica quantistica che è olistica e inclusiva: creare condizioni in cui l’energia di ciascuno possa vibrare in risonanza con quella degli altri, considerare ciascuno come soggetto consapevole, che partecipa alla crescita del gruppo, significa armonizzare le vibrazioni quantistiche e creare benessere in tutte le cellule di ogni singolo corpo, quindi salute e guarigione per la collettività.
BIBLIOGRAFIA
Liberamente tratto, riveduto e corretto, dal testo: “Il corpo che parla. Comunicazione ed espressività nel movimento umano” , F.Casolo - S.Melica, Vita e Pensiero, Milano, 2005
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