top of page
parole.jpg

PENSIERI APERITIVI

UN DISAGIO POSTURALE, LA SCOLIOSI IDIOPATICA​​

​​

​

Riflessioni ed appunti di un’insegnante di Educazione Fisica 

​

Prof.ssa Stefania Melica (agosto 1995)

​

​

Anni di insegnamento a contatto diretto con adolescenti, maschi e femmine, osservazioni delle loro posture sia statiche che dinamiche, lunghe chiacchierate raccogliendo confidenze, sfoghi e racconti, mi hanno portata a riflettere, a pormi domande e a ipotizzare quali potessero essere le cause di un disagio così diffuso a quella età, così profondo da lasciare segni non solo nel corpo, ma anche e soprattutto nel comportamento di questi giovani.  

Erano soprattutto le ragazze ad essere, come si usava dire allora, “portatrici di scoliosi”; e in effetti quasi sempre lamentavano il fatto di sentirsi “un carico addosso” e di non sopportare di essere “ingabbiate” in fastidiosi e rigidi corsetti. 

 

A livello scheletrico la scoliosi idiopatica ha radici profonde e quasi sempre antiche. Profonde poiché si manifesta nella zona dello scheletro che più di tutte ha la funzione di “sostenere” permettendo la crescita e il divenire. Antiche poiché, sebbene non sia manifesta e diagnosticabile subito, inizia a originarsi molto presto nella storia della persona, nella primissima infanzia, a volte lentamente ma progressivamente. E’ una deviazione della normale verticalità della colonna e determina asimmetria dello scheletro e disarmonia del tono muscolare con conseguente disequilibrio posturale ed inefficienza funzionale. 

 

Psicologicamente quasi sempre porta con sè problematiche di natura affettiva e relazionale, quindi  connesse con il mondo esterno (a partire da quello familiare) e colpisce soprattutto chi è più sensibile e quindi più facilmente esposto alle influenze negative dell’ambiente. Da qui la possibilità di una ricaduta che si può manifestare anche anni dopo una “presunta guarigione” conseguente al contenimento con il busto correttivo, semplicemente se si è sottoposti ad un evento emotivamente stressante. 

La scoliosi idiopatica potrebbe essere definita in linguaggio ontico, come “una o più deviazioni progressive dal percorso di crescita autentico verso le quali la persona ha dovuto forzatamente ripiegare per continuare a sopravvivere”. E’ come un marchio impresso nella persona dall’ambiente; chi ne è affetto, porta quotidianamente i segni con sè !

 

Come possiamo agire per curarla? Aiutando chi ne è portatore a riprendere se stesso, a rivivere il piacere di fare, di provare sensazioni, di realizzarsi. Bisogna “caricare” la persona di positività, farle assaporare il progressivo trionfo della propria liberazione, illuminarla della luce della vita. Non è efficace costringere in corsetti o sottoporsi a noiose e demotivanti sedute di ginnastica correttiva: non si fa altro che illudere di uscire da una gabbia per poi entrare in un’altra. 

Se si riesce a trasformare in positività la negatività assorbita nel corso della vita, l’energia vitale ritorna naturalmente a fluire con armonia, il tono muscolare laddove si è irrigidito e quasi “cementato” si allenta, lasciando allo scheletro lo spazio per riprendere la propria vitalità, la propria spinta verso l’alto riequilibrandosi progressivamente e la persona riacquista la gioia e la sicurezza di “sentirsi verticale”.​

​

​

[1] La scoliosi idiopatica si manifesta con una curvatura laterale della colonna vertebrale 

 

 

​​​​​

bottom of page