
PENSIERI APERITIVI
GIOCARE CON LA POSTURA
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dott.ssa Daniela Jurisic
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Alcuni dei giochi preferiti dai bambini di tutto il mondo hanno a che fare con l’imitazione. E indovinate! Il modo più comune che utilizziamo per imitare qualcosa o qualcuno è attraverso la postura, statica e dinamica! La postura e il gioco sono inscindibili. Ed io penso che, ancora prima di aiutarci a imparare come collaborare e competere, il gioco ci fa scoprire la meraviglia di come funzionano il mondo, la Natura e di come noi “ci stiamo dentro”. Nessuno ha bisogno di spiegare la forza di gravità ad un bambino che sta iniziando a muovere I primi passi; lo capisce velocemente, da solo, mentre sta cercando di rimanere in piedi. E poi, quando questa sfida è superata e si “è accomodato efficacemente”, inizia a sperimentare giochi con la gravità: rotolare, capovolgersi, roteare, piroettare in discesa da una collina, mettersi a testa in giù, saltellare su un piede solo, saltare con una o più corde, equilibrarsi, arrampicarsi..…sono tutte esperienze che gli fanno scoprire come il suo corpo si relaziona con la gravità.
Tutti noi impariamo attraverso l’esperienza: la matematica e la fisica che spiegano questi fenomeni, arrivano molto dopo. Studiare e capire la matematica e la fisica che stanno alla base del movimento, è sicuramente interessante ed importante, ma l’esperienza somatica avviene prima ed è fondamentale. Infatti è la nostra intelligenza somatica a memorizzare queste “lezioni di vita”, ed è la nostra memoria posturale il vero scrigno che custodisce per noi il tesoro della memoria dei nostri movimenti. Ma non finisce qui: la nostra memoria posturale è una fonte di informazioni inesauribile relativa a chi siamo, cosa abbiamo vissuto e come abbiamo reagito a quello che abbiamo vissuto.
Ma quali sono le strutture che contengono questa memoria del movimento? Sono i muscoli, i tendini, le articolazioni, che integrano (nel senso di rendere integrale) ogni nuovo gesto che compiamo con tutti I gesti che abbiamo fatto prima. Sono vere e proprie scelte che queste parti di noi fanno, su come accomodare l’esperienza gestuale nuova con quelle precedenti. E queste parti, quasi sempre hanno già scelto prima che il nostro cervello narrativo si sia attivato. Questo complesso di eventi all’interno del quale sono inclusi gli input dei nostri sistemi emotivi, immunologici e neuroendocrini ivi compreso il sistema fasciale, viene chiamato con un termine a mio avviso abbastanza riduttivo, “muscle memory”.
Durante la crescita I bambini vivono l’esperienza naturale del cambiamento di postura. Anche a questo processo viene attibuito un termine un pò riduttivo che è “sviluppo motorio”. In questo periodo crescono in altezza, le ossa si stabilizzano (si “fanno letteralmente le ossa” ) e i loro muscoli devono diventare consapevoli di quanto si stanno allungando, allargando, sviluppando. La memoria muscolare si forma mentre loro stanno trovando il proprio posto, la propria identità come adulti.
Il corpo del bambino ha bisogno di momenti in cui prevale l’attività del sistema nervoso parasimpatico: sonno profondo affinchè la produzione di melatonina possa favorire il funzionamento dell’ormone della crescita, momenti di gioco creativo quando il corpo può muoversi in tutti i modi e tranquilllità durante la giornata quando i sistemi che si occupano della crescita ossea sono liberi di "guardare dentro" perchè “fuori non c’è pericolo" e quindi il sistema nervoso simpatico è a riposo. Quando il bambino è stressato ha difficoltà a mantenere un’ omeostasi equilibrata e va incontro a rallentamenti e irregolarità nella crescita. Dobbiamo capire che la nostra postura non è mantenuta da un posizionamento scheletrico "fissato" in un modo o nell’altro, ma da una serie di informazioni che vengono trasmesse attraverso oscillazioni e vibrazioni al sistema fasciale, quindi alla totalità di noi stessi.
Sappiamo che c’è uno sfasamento temporale molto variabile tra la crescita fisica stabile e il raggiungimento del senso della propria identità. Questo dipende da molti fattori tra cui la situazione sociale in cui si vive, la quantità e qualità di traumi vissuti in età precoce, i condizionamenti familiari. Lo sviluppo fisico è generalmente quello più prevedibile, visible e riconoscibile, perchè è quello che la nostra specie ci garantisce da quando siamo diventati “homo erectus”. Questa si può definire come la connessione somatica più radicata tra il bambino e il suo ecosistema, sia interno che esterno.
Poi il bambino cresce ed entra nel periodo adolescenziale: spesso ci capita di vedere molti adoloscenti assumere posture “ciondolanti”; questo fenomeno è talmente comune da essere diventato una parte iconica dell’adolescenza. A noi adulti dà un po’ fastidio vederli così e allora chiediamo loro di “stare dritti!”. Mi domando, però, se veramente conosciamo tutta la storia. Se un bambino cresce di 10 cm. in un estate, tutti gli adulti che lo vedono all’inizio del nuovo anno scolastico rimangono stupiti: avevano appena finito di accarezzarlo sulla testa, la primavera scorsa, e adesso devono guardare in su per vederlo! Immaginiamo quanto sia nuova questa sensazione per lo stesso bambino/a! Forse gli adolescenti ciondolano perchè non hanno ancora imparato a leggere questi cambiamenti nel loro corpo e a reagire efficacemente; e forse noi adulti siamo infastiditi perchè percepiamo il loro sconforto attraverso I nostri recettori del linguaggio corporeo.
La memoria muscolare fa molto di più che imparare un movimento: compone la base esperienziale, il sistema di sostegno per quell’altra memoria che ultimamente stiamo cercando in tutti I modi di capire meglio, conservare meglio ed anche imitare con la tecnologia: la memoria cognitiva. La memoria muscolare non fallisce mai e non è invalicabile perfino dalla demenza. Le persone che si dimenticano che cosa hanno mangiato a cena ieri non si dimenticano come sollevare una forchetta perchè non è il gesto motorio ad essere dimenticato ma la parte del gesto che ha a che fare con la memoria cognitiva; se ci dimentichiamo dove abbiamo parcheggiato la macchina, non è perchè non riusciamo a camminare in giro per il parcheggio!
La postura ed il movimento non solo ci definiscono e ci proteggono, ma tracciano la nostra evoluzione; volendo fare un’ analogia con la storia di Harry Potter, la postura e il movimento sono la nostra “stanza della necessità”. Quando abbiamo veramente bisogno di attingere a qualcosa che può aiutare a comprenderci, lo possiamo trovare nella nostra postura. Questo è il significato vero di “ fitness”, nel senso originale Darwiniano. Darwin è stato il primo ad utilizzare la parola “fit” intendendo che una specie poteva essere considerata “fit” non solo se poteva sopravvivere, ma se poteva prosperare, fiorire rigogliosamente nel suo ambiente e procreare figli fertili in modo che la vita, l’evoluzione potessero continuare. Questo ci fa capire che non solo la postura, ma anche le trasformazioni posturali sono parte vitale della nostra esistenza.
Sono un medico fisiatra e spesso incontro pazienti tra i 30 e i 60 anni che soffrono di lombalgia: essi mi riferiscono che è sempre stato detto loro che la causa del loro dolore era di natura posturale. Tutte le volte mi fanno la stessa domanda: “Dottoressa, pensa che io possa cambiare alla mia età”? La mia risposta è sempre afferamtiva!!, perchè la postura è in continuo cambiamento adattandosi agli eventi della vita. Ogni mattina al risveglio, la nostra postura ha già integrato tutto quello che ci è successo in tempo reale anche di notte, ha reagito alle scelte che abbiamo fatto rispetto alle esperienze vissute nei giorni precedenti.
Il primo passo da fare per stare meglio, non è “cambiare la postura” (v. “stai dritto” che diciamo agli adolescenti), ma diventarne consapevoli, grazie al fatto che attraverso la postura manifestiamo all’esterno l’andamento della nostra vita quotidiana. Il secondo passo da fare è utilizzare questa consapevolezza acquisita per allineare I vissuti quotidiani con le proprie intenzioni. Infatti, se c’è una cosa certa nella vita, è che la nostra trasformazione è costante e quindi è sempre possible cambiare, anzi, è doveroso farlo per continuare a vivere ed essere protagonisti della nostra esistenza.
Tornando all’argomento con il quale abbiamo iniziato questo articolo e cioè giocare con la postura, dobbiamo sapere che quando “impersoniamo” qualcuno, in effetti quello che stiamo facendo è “indossare” la sua postura (mettersi nei suoi panni) per percepire come ci si sente lì dentro, cioè vedere il mondo dal suo punto di vista. Secondo tutte le filosofie, adottare questo questo atteggiamento riveste un’ importanza fondamentale perchè ci consente di essere flessibiil mentalmente e ci dà la possibilità di comprendere gli altri e conseguentemente di poter andare d’accordo. Infatti, se possiamo veramente “entrare nella pelle di qualcuno”, possiamo capire moltissimo di quella persona: attiviamo la nostra intelligenza somatica che funziona in modo ottimale, in quanto priva di tutti quegli strati di giudizio e narrativa con I quali normalmente ci confrontiamo quando vogliamo rendere la comprensione un atto cognitivo. Quando incontro un paziente con una diagnosi difficile da precisare, spesso dedico molto tempo a guardare la sua postura e poi la imito mentre lui mi guarda; ed è sorprendente quanto si meravigli di come è visto “da fuori” rispetto a come si sente dentro di sè. La sua postura sta cercando di dirgli qualcosa, ma lui è focalizzato altrove, quindi non sente. Non è “fuori di testa” ma è fuori di “corpomente” e questa separazione frequentemente è causa di grande dolore.
Giocare con la postura ci fa bene, risuona profondamente con il bambino che c’è ancora dentro di noi e con la nostra vera essenza! Impariamo a farlo.. e capiremo che, conoscendoci meglio potremo sicuramente anche stare meglio!!
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[1] Il sistema fasciale è il mezzo di collegamento e relazione fra le strutture corporee (ossa, muscoli, legamenti e visceri)
[2] Il sistema nervoso parasimpatico ha funzione inibitrice (conserva e ripristina); il sistema nervoso simpatico ha funzione attivatrice (lotta-fuga)
[3] Il sistema fasciale è il mezzo di collegamento e relazione fra le strutture corporee (ossa, muscoli, legamenti e visceri)​​​​​​​​